LA PRIVATIZZAZIONE DELLA BORSA VALORI

 

 

L’ultimo decennio del secolo verrà certamente ricordato come uno dei periodi più ricchi di mutamenti per il mercato finanziario italiano. Le ragioni di tale rivoluzione copernicana sono molteplici: tra le principali si annoverano la globalizzazione dei mercati, l’introduzione di tecnologie informatiche sempre più sofisticate nel campo della finanza la convergenza dei paesi europei verso l’unione monetaria, culminata con l’introduzione dell’euro. All’interno di un contesto così dinamico, anche il mercato borsistico ha subito significative trasformazioni, che lo portano oggi a poter, finalmente, competere ad armi pari con le borse valori dei paesi dotati di mercati dei capitali maggiormente evoluti. Ripercorrendo l’iter  del cambiamento del sistema borsistico italiano si possono, innanzi tutto, individuare alcune direttrici principali:

 

*  trasformazione degli intermediari partecipanti al mercato

*  miglioramento dell’efficienza del mercato

*  rafforzamento degli istituti di garanzia posti a presidio del buon fine delle contrattazioni

*  arricchimento dell’offerta degli strumenti negoziabili sul mercato

*  avvio di un processo di trasferimento delle competenze dagli organi di     controllo del mercato (Consob) agli organi di mercato stesso, in un'ottica,    dunque, di autoregolamentazione dei mercati mobiliari.

 

La privatizzazione dei mercati mobiliari si inserisce nel più vasto quadro del processo di privatizzazione avviato in Italia dai primi anni novanta, che ha favorito, tra l’altro, la dismissione da parte dello Stato di significative partecipazioni in ambito economico, attraverso la vendita di pacchetti azionari precedentemente detenuti in banche e società pubbliche. Il processo di trasformazione ha riguardato i mercati di strumenti finanziari nazionali, ovvero la Borsa Valori (Mercato telematico azionario, MTA, Mercato delle obbligazioni e dei titoli di Stato, MOT, Mercato delle spezzature), il Mercato ristretto, l’Idem (italian derivatives markets), il MTS (Mercato telematico dei titoli di Stato all’ingrosso) e il MIF (Mercato italiano futures e opzioni sui titoli di Stato). Il D: Lgs. 415/96 ha operato un ribaltamento totale della disciplina in materia di organizzazione e funzionamento dei mercati, superando la tradizionale impostazione pubblicistica e fissando il principio secondo cui l’organizzazione e la gestione dei mercati rappresentano attività d’impresa.

La gestione dei mercati regolamentati è, dunque, affidata a soggetti privati, viene inoltre prevista la libertà di concorrenza tra i mercati stessi. In particolare il decreto prevede la costituzione di società per azioni, anche senza scopo di lucro, alle quali vengono attribuiti i poteri di disciplina e di funzionamento dei mercati. Queste società hanno sostituito i precedenti organismi di controllo dei mercati, ovvero il Consiglio di borsa e il Comitato di gestione del Mercato all’ingrosso dei titoli di Stato (e del relativo mercato dei contratti a termine, MIF). Ciò ha determinato un nuovo assetto istituzionale, basato sulla separazione tra responsabilità di organizzazione e gestione del mercato da un lato (affidata appunto alla società di gestione) e di vigilanza dall’altro.

I mercati regolamentati sono iscritti in un apposito elenco tenuto dalla Consob e si caratterizzano per la negoziazione di strumenti finanziari, così come definiti dall’art. 1 comma 2 della riforma Draghi.

Nello svolgimento della propria attività la società di gestione risulta vincolata alla osservanza di tre obiettivi di vigilanza, rappresentati dalla trasparenza del mercato, dall’ordinato svolgimento delle negoziazioni e della tutela degli investitori. La Consob si afferma come l’organismo di “alta vigilanza” dei mercati, meno impegnato, tuttavia, rispetto al passato, nelle funzioni di regolamentazione vera e propria. La scelta della autoregolamentazione da parte del legislatore rispecchia la necessità di consentire ai mercati, e in particolare alla Borsa Valori, di rispondere alla crescente  concorrenza internazionale, manifestatasi nell’ambito del più generale processo di liberalizzazione finanziaria e dei mercati. La Consob opera, inoltre, in stretto contatto con il Ministero del Tesoro e con la Banca d’Italia. Con il D. Lgs. N. 58/98 viene riconfermato per la Consob il ruolo normativo e di controllo in materia di informativa societaria destinata agli investitori e al mercato.

Il Ministero del Tesoro rappresenta, invece, l’autorità di vertice della struttura istituzionale dei mercati finanziari e degli intermediari mobiliari avendo poteri di portata generale su tutti i mercati e di poteri specifici nei confronti dei mercati all’ingrosso di titoli di Stato. La Banca d’Italia, nel nuovo assetto dei mercati, è l’autorità preposta al controllo del rischio sistematico, che per i mercati si concentra nel processo di liquidazione delle operazioni. Accanto agli organi pubblici e privati, di cui si è detto, vi sono istruzioni che svolgono funzioni specialistiche fondamentali per il corretto fuzionamentodei mercati stessi. Tra questi, la Cassa di Compensazione e Garanzia e la Monte Titoli, la Ced (gestisce i servizi telematici di borsa e la elaborazione/diffusione di dati relativi alle contrattazioni) e la Sia (si occupa della elaborazione dati e della gestione dei circuiti telematici del MTS e del MIF).