LA CRISI DEL 1929

 

Terminata la prima Guerra Mondiale, il logorante impegno bellico e le conseguenti commesse pubbliche avevano favorito la nascita di grandi gruppi e il crescere del controllo dello stato sull’economia. Inevitabilmente si era manifestata l’inflazione, in maniera enorme in particolare in Germania dove si arrivarono a pagare miliardi di marchi per i più comuni beni di consumo. Nel ‘22 arrivò la ripresa finanziaria in Europa trainata dagli Stati Uniti; alla supremazia economica degli Stati Uniti non corrispondeva però un’analoga supremazia finanziaria; si preferiva lasciare a Londra la funzione di controllo e stabilizzazione finanziaria internazionale. Questo era però anacronistico perché Londra non era più in grado di svolgere tale ruolo.

Gli Stati Uniti, attraverso l’intervento di grandi banche d’affari private fornirono ingenti aiuti alla Germania, che fu quindi in grado di pagare i debiti di guerra a Francia e Gran Bretagna; a loro volta Francia e Gran Bretagna facevano affluire capitali verso gli Stati Uniti per saldare i debiti pregressi.

   

GLI STATI UNITI

 

Il basso livello dei tassi d’interesse, la produzione in grande scala di beni di consumo e la razionalizzazione tayloristica del lavoro, e il non intervento governativo favorirono un’impressionante crescita produttiva che fu, tra il 1919 e il 1929 in media del +70%.

In questa situazione si vennero però a creare seri squilibri:

 

ü     concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi;

ü     perdita del potere d’acquisto dei salari e dei lavoratori;

ü     settori come quello edile e tessile che non riuscirono a tenere il passo con gli indici di crescita;

ü     crescita esponenziale e incontrollata della borsa.

 

Alla fine, nell’ottobre del 1924, arrivò il momento catastrofico dell’inversione di tendenza: il 24 (giovedì nero) e il 29 (martedì nero) si assistette a una caduta drammatica delle quotazioni della borsa di Wall Street; ciò causò lo scambio al ribasso delle azioni, provocato dal panico generale. Nell’arco di un mese le azioni scesero in media del 40%; la crisi si estese presto al sistema bancario (fallirono circa 5000 banche).  

 

Le inevitabili conseguenze furono:

 

 

BLOCCO DEL CREDITO BANCARIO

FALLIMENTI A CATENA DELLE IMPRESE

DISOCCUPAZIONE DI MASSA

RIDUZIONE DELLA CAPACITA' DI ACQUISTO DEI LAVORATORI

 

 

Le banche persero tutti i loro capitali investiti in borsa e molte di esse fallirono. Ciò provocò una riduzione dei crediti concessi; le imprese persero così la loro principale fonte di finanziamento; molte di esse fallirono e milioni di operai persero la loro fonte di reddito; si ridusse così il mercato di sbocco dei prodotti delle industrie e ciò causò il fallimento di altre imprese.Si entrò così in una spirale negativa senza apparente via di uscita, favorita e accelerata anche dal non interventismo statale: si credeva infatti che il mercato sarebbe stato in grado di ritornare alla normalità da solo.