GLI EFFETTI DELL’APPARTENENZA ALL’UE
SULLA VITA QUOTIDIANA DEI CITTADINI:
ESPERIENZE POSITIVE
E MENO POSITIVE
VANTAGGI
SVANTAGGI
PROCESSI
DECISIONALI E SOVRANITA’ NAZIONALE
VANTAGGI
Nel corso degli ultimi cinquant’anni la nascita e lo sviluppo dell’Unione europea
hanno reso più facile la vita dei cittadini europei abolendo tutta una serie di
limitazioni. I progressi sono stati particolarmente evidenti a
partire dall’istituzione del “mercato unico” un decennio fa.
Una
delle prime pietre militari dell’UE è stata l’unione doganale, completata nel
1968. Si tratta di un’area commerciale unica, nella quale tutte le merci
circolano liberamente, a prescindere che siano state fabbricate nell’UE o
importate da paesi terzi.
Essa
ha abolito i dazi doganali alle frontiere interne, creando un sistema uniforme di imposizione sulle importazioni; sono stati pertanto
aboliti i controlli alle frontiere interne. Le dogane sono scomparse nel 1993. Attualmente i doganieri si trovano soltanto ai confini
esterni dell’UE.
Pochi
anni fa i cittadini degli attuali 25 Stati membri dell’Unione europea potevano
portare con se solo un importo limitato in contanti per i loro viaggi
all’estero e dovevano inoltre affrontare lunghe attese
ai posti di dogana e al controllo dei passaporti ogni volta che attraversavano
una frontiera nazionale.
Le
merci con un valore superiore a 600 euro erano immediatamente prese nella
trappola di una rete di procedure burocratiche e dazi doganali.
Oggi
le merci non sono più bloccate alle frontiere per ore o giorni, da lungaggini
burocratiche: i tempi di consegna sono quindi più brevi, il che consente ai
produttori di risparmiare sui costi e ridurre i prezzi ai consumatori. Secondo
i calcoli l’apertura delle frontiere ha ridotto i
costi operativi del 15%.
La maggior parte delle barriere
(fisiche, procedurali, burocratiche e commerciali) che tendeva a confinare i
cittadini, i beni e il denaro dietro le mura protezionistiche delle frontiere
nazionali è stata eliminata. Rimossi questi ostacoli, per le persone si
moltiplicano possibilità ed esperienze e si ampliano gli orizzonti.
Un’autovettura svedese può essere consegnata in
Ungheria senza pagare alcun dazio e senza controlli doganali.
Un
importatore di auto giapponesi paga i dazi quando
l’auto entra per la prima volta nell’UE ma successivamente il veicolo non è più soggetto ad alcun dazio e ad alcun
controllo.
Di
fondamentale importanza è stata la realizzazione del
Mercato unico, che ha richiesto un impegno considerevole nell’arco di 7 anni da
parte delle istituzioni dell’UE e degli stati membri ma è sicuramente uno dei
maggiori successi.
Senza
le barriere del passato, le persone, le merci, i servizi e il denaro circolano
liberamente in Europa quanto all’interno di uno stesso stato membro.
Secondo
la commissione, dal 1993, il mercato unico ha creato 2,5 milioni di nuovi posti
di lavoro e in termini di nuova prosperità ha generato oltre 800 miliardi di euro.
L’apertura
dei mercati nazionali dell’UE ha consentito di ridurre le tariffe per le
telefonate nazionali a una frazione del prezzo di 10
anni fa.
Con
l’ausilio di nuove tecnologie l’utilizzo di Internet
per la telefonia locale è in crescita.
Le
tariffe dei voli a basso costo in Europa sono diminuite in modo significativo.
Inoltre
l’abolizione delle restrizioni nazionali ha consentito a
oltre 15 milioni di europei di lavorare o di andare in pensione in un altro
paese dell’UE.
Con
la rimozione degli ostacoli e l’apertura dei mercati nazionali, un maggior
numero di imprese può competere sul mercato. Ne
conseguono prezzi più bassi per il consumatore, nonché
una scelta più ampia di beni e servizi.
Per le imprese europee il
mercato unico rappresenta inoltre un trampolino di lancio per l’espansione nel
mercato globale.
Grazie all’Unione europea e al continuo sviluppo del
mercato unico oggi godiamo di una maggiore libertà. Siamo liberi di viaggiare, lavorare e commerciare all’estero, di usufruire di
un’offerta più vasta di beni e servizi e di esercitare i nostri pieni diritti
di consumatori anche se facciamo acquisti in un altro paese.
E’
considerevolmente aumentato il numero dei cittadini europei che visitano i paesi vicini ai fini di vacanza o di studio. Oggi
lavorare in un altro Stato membro è molto più semplice, poiché esiste il
riconoscimento reciproco
di un’ampia serie di qualifiche professionali.
I
consumatori hanno a disposizione un’offerta di prodotti più vasta ed in molti
casi i prezzi possono essere facilmente confrontati grazie all’Euro.
I
produttori devono mantenere bassi i costi perché operano in un unico grande mercato concorrenziale.
I
consumatori sono tutelati e assicurati in svariati settori quali: sulla
sicurezza dei giocattoli, sulle attrezzature di protezione individuale,
apparecchiature elettriche, cosmetici, prodotti farmaceutici, macchinari e
imbarcazioni da diporto e sui prodotti alimentari.
Dal
punto di vista lavorativo, l’UE si è
impegnata a garantire condizioni di lavoro soddisfacenti e volte a tutelare i
diritti dei lavoratori, stabilendo norme minime comuni relative alle
condizioni di lavoro, salute e sicurezza su di esso.
L’UE promuove rapporti di lavoro moderni e il dialogo tra i rappresentanti dei
lavoratori e dei datori di lavoro. Le regole comuni stabiliscono i criteri di
base per la protezione dei lavoratori contro determinati rischi per la salute,
come il rumore o l’esposizione a sostanze chimiche, la protezione delle donne
durante la gravidanza e del lavoro dei minorenni. Altre norme stabiliscono i
diritti fondamentali per l’orario di lavoro, il congedo parentale,
le informazioni che i datori di lavoro sono tenuti a fornire ai lavoratori
sulle loro condizioni di lavoro e assunzione, i licenziamenti collettivi,
l’uguaglianza di trattamento per i lavoratori part-time
o parziali e lavoratori in pianta stabile o a tempo pieno. Inoltre
prevede la parità di mansioni e la protezione contro le molestie sessuali, l’UE
ha bandito ogni forma di discriminazione basata sul sesso, l’origine razziale o
etnica, gli handicap, le tendenze sessuali, l’età, la religione o le
convinzioni personali. L’entrata nell’UE, ha dato inoltre la possibilità di
lavorare un altro paese dell’UE, grazie al riconoscimento dei titoli di studio
e delle qualifiche professionali, mettendo il curriculum vitae in un sistema
unico e collegato a tutti gli stati membri.
Tutti
gli stati membri concordano sul fatto che i cittadini devono essere forniti di
una tutela previdenziale, ma che renda economicamente
più vantaggioso lavorare per quanto sia possibile, garanzia di pensionamento e
assistenza sanitaria ad un costo accessibile, e la promozione dell’integrazione
sociale combattendo la povertà.
Un ulteriore vantaggio per i
cittadini europei è la tutela che l’Unione svolge nei confronti dei loro valori
fondamentali, che considera universali e inviolabili.
Per
rafforzare questi valori è stata adottata, il 07 Luglio 2000, la “carta dei diritti fondamentali”, dove sono
contenuti i diritti civili, politici, economici,
sociali e culturali che ogni stato membro, o che vuole entrare nella comunità
europea, è giuridicamente tenuto a rispettare. Inoltre
Tutti
gli anni, il parlamento europeo, presenta una relazione che esamina il grado di
rispetto dei diritti fondamentali negli stati europei. Questa relazione è stata
introdotta ad esempio per sottolineare la situazione
dei carcerati per la sovrappopolazione delle carceri, e se gli stati membri non
dovessero rispettare i diritti, contenuti nella Carta, andranno in contro alla
sospensione delle concessioni commerciali e la riduzione dei programmi di
aiuto.
Nonostante
la situazione europea appare positiva per quanto
riguarda il rispetto dei diritti umani non vuol dire che resta inattiva. Infatti il suo interesse adesso è incentrato sul rispetto
dei diritti umani nei confronti dei richiedenti asilo e degli emigrati e si
concretizza nell’impegno a combattere il razzismo, l’ avversione per gli
stranieri e le altre discriminazioni nei confronti delle minoranze. Per
combattere questi fenomeni l’UE finanzia molte attività che hanno questo fine e
questo programma finanzia anche il monitoraggio della
situazione in materia di diritti umani nell’unione.
L’UE
ha già definito i diritti dei lavoratori immigrati, provenienti dai paesi terzi
dell’unione, ed è stato incluso anche il diritto dei membri della famiglia di raggiungerli. Altri passi avanti sono stati compiuti in
materia di asilo che prevede un’insieme di procedure
per la concessione e la revoca dello satatus dei
rifugiati ed inoltre è stato istituito un fondo europeo per i rifugiati per
sostenere le operazioni di accoglienza. Sono state adottate anche misure
preventive per fornire una protezione temporanea in caso di afflusso
massiccio di sfollati per dar loro un soggiorno, un permesso di lavoro e un
alloggio.
Quindi
per l’UE i diritti umani sono una questione in primo
piano nelle relazioni con gli altri paesi per questo in tutti gli accordi
commerciali o di collaborazione con paesi terzi contengono una clausola dove
viene sancita l’essenzialità della tutela dei diritti umani per le relazioni
tra stati.
Nella politica sociale, l’obiettivo
dell’unione europea, è quello di garantire
che tutti i cittadini possano trarre beneficio dalla
crescita dell’ UE. Inoltre mirano a formare un’economia prospera,
innovativa, ricca di conoscenze, competitiva e rispettosa
dell’ambiente. Il raggiungimento di questi scopi permette di rafforzare la
protezione sociale, garantendo anche il futuro dei sistemi pensionistici. Il
modello sociale europeo si muove verso la volontà di rimediare alle
disuguaglianze fondamentali tra persone. Questo modello vuole offrire un
sostegno alle persone in difficoltà, sia dovuta a malattie o infortuni
invalidanti, a
calamità naturali sia a ristrutturazioni di settori economici o a condizioni di vita che sono di ostacolo
ad un istruzione adeguata e all’uguaglianza nell’accesso al mercato del lavoro.
Le strategie per l’occupazione,
decise ogni anno dal consiglio europeo, si concentrano a creare nuovi posti di
lavoro, a migliorare la qualità, ad accrescere la produttività ed a valorizzare
il lavoro rendendolo
economicamente attraente e assicurando così una rete di sicurezza sociale
adeguata. La comunità europea ha messo a disposizione degli stati membri un fondo sociale con il quale vengono finanziati programmi
che hanno come scopo quello di far sviluppare non solo le capacità
professionali, ma anche quelle sociali, che facilitano l’entrata nel mercato
del lavoro e la creazione di imprese. Il nostro territorio ha presentato un
programma, chiamato “equal”,
che è stato approvato e finanziato, di 3 miliardi di euro,
con questo fondo. Il programma è volto alla sperimentazione di nuovi modi di
affrontare la discriminazione e la disuguaglianza sociale. Si concentra
soprattutto nel terzo settore lavorativo, ed è strettamente finalizzato
all’inserimento progressivo di soggetti svantaggiati da handicap, malati
psichici, e altri tipi di soggetti deboli nel mondo del lavoro. Questo va ad
influire maggiormente nella definizione di nuove strategie aziendali
poiché siano in grado di sostenere lo sviluppo delle imprese sociali.
Quindi sarà principalmente mirato al terzo settore con particolare riferimento
alle attività proprie della cooperative di tipo A, B,
MISTE, esse intendono sostenere in modo concreto il rafforzamento delle
potenzialità delle cooperative elencate; ed anche alle attività seminarili ed alle altre appartenenti al ramo “Non Profit”(senza
scopo di lucro).
Anche nell’ambito della sanità, l’unione
europea, si è prefissata degli obbiettivi
da raggiungere tra cui:
Eliminare le principali, disuguagliane, a livello sanitario
Proteggere i cittadini dai rischi sanitari
Promuovere delle strategie per favorire uno stile di
vita più sano
Contribuire a ridurre l’incidenza delle malattie gravi
Collaborare allo sviluppo di sistemi più efficaci
Fornire informazioni ed analisi relative
alla salute
Dare ai cittadini la possibilità di esprimersi sulle
questioni sanitarie che li riguardano.
L’unione europea , avendo
adottato un mercato unico, deve garantire la sicurezza dei prodotti
farmaceutici e degli emoderivati che sono in circolo nel
mercato.
Per quanto riguarda il programma, relativo alla
sanità pubblica, ha
stanziato un fondo di 50 mila euro annui per migliorare la raccolta di dati e
lo scambio di informazioni per prevenire le malattie. Insieme al fondo, l’UE,
porta avanti una politica di informazione per
diminuire l’impatto sulla salute di fattori tra cui l’alimentazione, l’attività
fisica, il tabacco, l’alcool, le droghe, i fattori genetici, l’età ed il sesso.
In passato non è stata in grado a
di agire in maniera coordinata per arrestare la diffusione di malattie
epidemiche. Ma adesso è in grado, in caso di epidemia,
di monitorare la diffusione del virus grazie all’istituzione di un centro
europeo per la prevenzione ed il controllo delle malattie con sede a Stoccolma.
Da
una ricerca è risultato che molte malattie sono dovute
a fattori ambientali. Quindi una nuova strategia
inizierà ad affrontare alcuni fattori ambientali ritenuti causa dei problemi di
salute pubblica. I punti chiave della strategia sono la scienza, i bambini, la sensibilizzazione, la legislazione, e la valutazione
continua.
Per quanto riguarda la sfera giovanile l’unione europea promuove la compagna contro il tabagismo. Un primo
passo è stato fatto con il divieto di fumo in tutti i luoghi pubblici e con la sponsorizzazione di eventi da parte delle aziende
produttrici. Inoltre ha decretato nuove norme per limitare il dosaggio di
sostanze tossicomanogene che rendono obbligatori le
avvertenze sui rischi per la salute,e proibiscono le
affermazioni ingannevoli e fissano livelli massimi di catrame, monossido di
carbonio e nicotina nelle sigarette.
Riguardante i problemi derivanti dalla droga l’UE integra la lotta contro il traffico di
stupefacenti e contro la criminalità connessa con la droga e portata avanti
dalla politica comunitaria in materia di giustizia e affari interni. I
funzionari della sanità pubblica dell’UE intendono ridurre radicalmente,
mediante informazione e sensibilizzazione, l’uso di sostanze illecite, tra cui,
l’ecstasy, l’eroina e
le anfetamine, e riuscire a combattere le malattie connesse all’uso di droghe,
quali epatite C, tubercolosi e lAIDS, e i decessi
causati dalla droga.
Un’altra preoccupazione dell’UE verso i cittadini è
quella di garantire delle terapie mediche sicure per tutti. Le misure adottate
sono volte a garantire:
La sicurezza dei farmaci e la rapida diffusione in
tutta l’UE delle informazioni su qualsiasi problema
Procedure semplificate e velocizzate per
l’autorizzazione dei nuovi farmaci
Lo sviluppo dei farmaci “orfani”,
necessari in esigue quantità per la cura di malattie rare
La sicurezza dei dispositivi medici, che vanno dalle protesi sostitutive dell’anca a pacemaker fino
alle bende e agli occhiali.
Il diritto di spostarsi o risiedere o lavorare
liberamente in tutta l’unione europea, non avrebbe senso se i cittadini europei
non fossero sicuri di poter usufruire delle cure sanitarie ovunque essi siano.
Quindi è stata introdotta, il 1° giugno 2004, la tessera sanitaria europea con
la quale, ogni cittadino europeo, ha il diritto alle cure mediche sia che fosse in vacanza o abbia bisogno di cure specifiche chi
il suo stato non gli può fornire.
SVANTAGGI
Nonostante gli enormi vantaggi che ha apportato a tutti gli
Stati membri, l’Unione Europea, ha generato anche
alcuni aspetti negativi.
Un
primo svantaggio riguarda l’entrata nell’Unione di paesi più poveri, ossia con
un reddito più basso, che ha fatto si che ai paesi già appartenenti all’Unione
venissero limitati i fondi comunitari per lo sviluppo delle aree svantaggiate,
per le risorse umane, per l’agricoltura, per la ricerca ecc.. .
Per
quanto riguarda il settore agricolo da 50 anni è in
vigore
Con
l’allargamento dell’Unione, nel maggio 2004, gli Stati membri sono passati da
Per
rispondere ai bisogni degli agricoltori è stato appositamente introdotto per i
primi 3 anni successivi all’adesione un fondo speciale di 5,8 miliardi di euro, destinato a finanziare il prepensionamento degli
agricoltori, le zone svantaggiate, la protezione dell’ambiente,
l’imboschimento, le aziende di semisussistenza, le associazioni di
produzione e l’adeguamento alla
normativa comunitaria in materia di igiene alimentare e benessere degli
animali.
Gli
aiuti all’agricoltura concessi ai nuovi Paesi dell’Ue
limitano gli aiuti e i contributi che invece prima spettavano alle aziende
italiane, che, inoltre, si trovano a competere con prodotti messi sul mercato a
prezzi inferiori poiché la manodopera dei paesi più
poveri costa meno e questo crea qualche difficoltà al nostro settore
produttivo, che deve trovare elementi di rafforzamento della propria
competitività ( per es sul piano della qualità,
dell’innovazione, del marketing ).
Un
secondo svantaggio riguarda le possibili difficoltà nei
processi decisionali degli organi comunitari. L’impostazione dell’Ue è stata pensata con un numero ristretto di paesi membri,
ma ora che il numero è sensibilmente cresciuto, si impone
l’accettazione di un grado maggiore di
rinuncia alla sovranità nazionale, con l’eliminazione totale del principio
dell’unanimità. In ogni caso ci sono difficoltà anche pratiche, derivanti dal
fatto che le lingue ufficiali dell’Ue sono diventate
20.
Prima dell’entrata in vigore dell’euro si pensava che
questo avrebbe portato numerosi vantaggi, quali la bassa inflazione, e quindi
una maggiore stabilità dei prezzi, i quali avrebbero evitato la perdita di
valore di stipendi e pensioni. Viaggiare sarebbe costato meno, perché non
avremmo dovuto sostenere costi bancari per cambiari le lire nella valuta del
Paese europeo in cui vogliano andare. i tassi di
interesse per i prestiti , sarebbero stati più bassi, e chi avesse voluto
chiedere, ad esempio, un prestito per comprare la casa avrebbe dovuto spendere
meno soldi. Se in tutta Europa i prezzi dei prodotti sarebbero
stati in euro, sarebbe stato più facile fare confronti e acquistare il
prodotto che costa meno: ciò avrebbe aiutato la concorrenza tra i vari Paesi
europei.
Numerosi
di questi vantaggi si sono verificati ma se pensiamo
invece agli aspetti negativi che la moneta unica ha portato, la
conseguenza
a cui più comunemente pensiamo è quella dell’aumento del costo della vita e
quindi dei prezzi dei beni, che invece si credeva dovessero rimanere stabili.
Gli
aumenti effettivamente ci sono stati.
E’
espressione comune che acquistare un capo di abbigliamento,
andare a mangiare una pizza o bere un aperitivo al bar, andare a fare la spesa
al supermercato, tenere un conto corrente, affittare una casa, oggi costa di
più, a volte anche molto di più.
E’
necessario specificare che la responsabilità di questi aumenti non è della
moneta, ma degli operatori economici, e per alcuni aspetti anche dei
consumatori.
Sono
sicuramente responsabili in primo luogo quegli operatori economici che hanno
aumentato in modo ingiustificato i prezzi al momento della conversione dei
listini, approfittando della scarsa consapevolezza dei consumatori che
inizialmente non si sono resi conto di questi aumenti, essendo i prezzi
espressi in una nuova valuta, ed essendo poi questi aumenti effettuati in modo
progressivo.
Emanuela
Rosi, Erika Biscontri, Michele Cencini
classe IV°A